Prendo il piccone a Mirko, gli do la mia pala e gli dico: “Facciamo cambio, ci abbassiamo ancora giusto per essere sicuri, tanto per me qui non c’è niente!” La terra gialla ancora umida dalla pioggia di una settimana non fa grande resistenza e dopo 3-4 colpi un rumore sordo mi fa sobbalzare. Sento già che non è la solita pietra sollevata dagli aratri. Lascio il piccone per terra, prendo la trowel e, poco a poco, ecco un enorme basolo prendere forma nel sondaggio. Mirko mi aiuta e, in poco tempo, i basoli diventano molti.
La felicità della scoperta prima attesa ma ormai insperata sorprende sempre qualunque archeologo. Così è successo anche a me oggi, nel sondaggio 23. Sapevamo che i basoli ci dovevano essere; eravamo però già scesi sotto il livello a cui ci aspettavamo di trovarli ed eravamo sul punto di desistere, com’era già accaduto in passato in altri sondaggi alla ricerca della strada. Avete letto molti diari su questo tema della strada e del basolo finora. Lo scavo di quest’anno si è focalizzato molto su questo tema e quello di oggi è un piccolo passo in avanti.
Trovare un basolo non è certamente una scoperta clamorosa. Non c’è niente di entusiasmante in una pietra grossa e piatta. Però per noi è una traccia importante perché quello di oggi è il primo rinvenuto al di fuori della recinzione e in quanto tale potrebbe darci un’indicazione su dove cercare l’Aurelia antica. Finora sembrava che verso le colline la stradina di raccordo presente nel nostro scavo finisse e che quindi l’Aurelia andasse pensata verso il mare, forse sotto la statale attuale. Quello di oggi potrebbe essere un piccolo indizio che ci può far pensare che la strada potrebbe trovarsi anche verso le colline.
L’Aurelia non la troveremo quest’anno, però seguendo la stradina che doveva collegarla alla stazione di sosta prima o poi ci dovremo arrivare. Basolo dopo basolo la troveremo.