A quanti di voi sarà capitato di suonare su uno scavo archeologico?
A due giovani “archeomusicisti” come noi è successo proprio alla prima esperienza di scavo. Abbiamo coniato questo neologismo perché ci sentiamo ancora troppo giovani per definirci archeologi o musicisti, ma ci stuzzicava l’idea di poter unire la nostra passione per la musica con il lavoro di ricerca che stiamo svolgendo qui a Vignale da ormai due settimane.
Tutto ciò è accaduto a “Una notte di luce a Vignale”, la serata organizzata venerdì 25 settembre da Muovimenti, che ha curato la visita al mosaico, dall’associazione Cultura e Spettacolo e dalla Squadra al Cinghiale “La Setola”, che hanno organizzato una buonissima cena a base di cinghiale e da Riolab, che si è occupata dell’illuminazione. Quella del sito archeologico di Vignale infatti è stata un’apertura straordinaria perché avvenuta in notturna e il nostro meraviglioso mosaico è stato illuminato con una luce completamente diversa da quella che si può trovare di giorno.
Durante la serata sono state organizzate alcune visite guidate in cui, grazie all’ausilio dell’acqua spruzzata sulle tessere, i loro colori hanno ripreso vita; è proprio nei momenti di pausa tra una visita e l’altra che sono entrate in gioco le nostre chitarre. Le canzoni hanno accompagnato i molti visitatori e hanno valorizzato ancora di più, secondo noi, il vero protagonista della serata.
L’idea di suonare durante l’evento ci è balenata in testa durante una delle cene post scavo e il professor Zanini si è dimostrato subito molto disponibile e fiducioso nei nostri confronti, permettendoci di scegliere la musica che più ci piaceva. Abbiamo dunque rivisitato in chiave acustica alcune delle nostre canzoni preferite e, sebbene un po’ incerti su quello che sarebbe stato il risultato della performance, tutti sono rimasti molto contenti e sicuramente anche Aion, il dio rappresentato nel pannello centrale del mosaico!
Musica e tessere a parte, se dovessimo fare un bilancio della nostra esperienza, possiamo dire di ritenerci soddisfatti di queste prime due settimane di scavo. Prima di partire per questa esperienza non sapevamo cosa aspettarci, ma una volta arrivati ci siamo sentiti subito accolti alla grande e parte attiva di questo progetto di archeologia pubblica, condivisa e sostenibile che è Vignale. Il tipo di archeologia che si fa su questo sito non è convenzionale, ma anzi, è proiettata verso la comunicazione in tutte le sue forme: dal web, alla stampa, ai rapporti con le persone che vengono a visitare lo scavo e non. E da quest’anno anche alla musica!
Ci piacerebbe tornare anche il prossimo anno perché ci siamo sentiti subito parte della comunità di Riotorto e dintorni. La gente è interessata al nostro lavoro, ogni giorno abbiamo parecchi visitatori e curiosi che si fermano sul ciglio della strada per dare una sbirciatina al cantiere. È tutto veramente molto bello e ci dispiacerà tornare alle nostre case, alle nostre cose e ai nostri libri, insomma, alla vita di tutti i giorni.
Francesco Coriale, Benedetta Volpini