Questa di Vignale è la mia prima esperienza di scavo e mai mi sarei aspettato di essere così fortunato. Vi racconto perché, iniziando dal principio.
VIG 16, A21, US 860, questo è il tipo di sigla che trascrivo quotidianamente sui sacchetti in cui inserisco i reperti che ritrovo mentre scavo. VIG è la sigla del sito di Vignale mentre 16 indica l’anno della campagna di scavo. A 21 indica l’ambiente 21, che è una delle aree di scavo in cui stiamo lavorando: è una parte della villa romana in cui si trovano dei pavimenti con mosaico. US indica l’unità stratigrafica (l’unità minima in cui noi archeologi dividiamo gli strati che scaviamo) e 860 è il numero dello strato del crollo che si trova sopra il pavimento.
Ebbene sì, un crollo su un pavimento con mosaico… proprio un bel modo per iniziare direte voi! E l’ho pensato anch’io prima di passare ben tre giorni a pulirne ogni singolo anfratto.
Il primo giorno di intervento non vedo altro che un grande ammasso di terra e laterizi che comincio a pulire con Andrea, uno dei miei compagni di scavo. Quindi iniziamo a rimuoverlo per raggiungere lo strato di crollo vero e proprio. Dopo un paio di spicconate e grandi colpi di trowel iniziamo a intravedere lo strato che ci interessa.
“Stop! Si vede qualcosa!”
E allora con trowel, paletta e ginocchiere inizio ad eliminare più terra possibile per mettere in evidenza tutte le parti che compongono il crollo. Questo si presenta come un agglomerato di terra (depositatasi nel tempo), delle pietre che formavano i muri, di tegole e di cocci di anfore. Elisabetta, una delle responsabili del cantiere, mi dice di pulire per bene e di fare delle piccole operazioni di make-up al crollo in modo da poter realizzare una foto che sia al contempo bella, altamente descrittiva e documentativa di questa unità stratigrafica. Mentre ero impegnato nel lavoro, Elisabetta richiama la mia attenzione. “Guarda qui!”, indicandomi una delle tegole che ho appena ripulito.
“Hai visto che c’è un bollo?!”
Un bollo? Eh si! Un bollo quasi integro di Marco Fulvio Antioco, una vecchia conoscenza degli archeologi di Vignale. Antioco era un liberto, un ex schiavo al servizio di Marco Fulvio, noto produttore di mattoni di 2000 anni fa. La presenza di una fornace e di un grande numero di tegole bollate nel sito ci permette di dire che queste tegole venissero prodotte proprio qui a Vignale. E’ proprio il bollo a darci tutte queste informazioni, perché stava ad indicare il produttore.
Nonostante la grande quantità di materiale prodotto, di bolli non se ne trovano frequentemente. E quest’anno (finora) è toccato a me trovarne uno, il “novellino” dello scavo! Non posso dunque che sentirmi fortunatissimo per il ritrovamento; nonostante la felicità e l’euforia so che devo rimanere con i piedi per terra perché mi aspetta ancora una settimana di scavo e perché so che dovrò lavorare ancora e dividermi tra pala, piccone e trowel, come da buon archeologo, per riuscire (sperando anche in un pizzico di fortuna) a trovare altri importanti reperti e continuare a formarmi qui sul sito archeologico di Vignale!
Luca Luppino
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La grandezza delle cose semplici!!