“Due metà fanno un intero”, mai frase fu più appropriata per descrivere noi e il nostro lavoro sullo scavo.
Siamo due studentesse di archeologia al termine del triennio, al secondo anno di scavo qui a Vignale. Visto che ci muoviamo sempre in coppia, il professore ha pensato bene di affidarci un compito su misura per noi… Scavare una buca. Capita spesso sullo scavo di avere a che fare con una buca: possono essere tracce di molte cose diverse, da un semplice foro nella terra per inserire un palo in legno fino a vere e proprie fosse con cui si asportano dei muri.
La nostra buca si trova in una zona un po’ particolare, su un pavimento di una delle stanze della villa e, come potete vedere nella foto, è abbastanza grande da necessitare il lavoro di due persone. Quando abbiamo iniziato il nostro lavoro non sapevamo quanto potesse essere profonda e quante preziose informazioni potesse contenere. La maggior parte dei “non addetti ai lavori” può pensare che scavare una buca non sia esattamente un compito esaltante. Per gli archeologi invece si trasforma in un lavoro molto particolare: una buca infatti è come uno scrigno nelle cui pareti è possibile leggere, strato dopo strato, le diverse storie dell’area in cui è situata. Scavare una buca è come avere in mano un libro e, invece di fermarsi alla sola copertina, lo puoi aprire per leggerne le pagine.
Il nostro lavoro è iniziato togliendo lo strato più superficiale di terra e, mano a mano che scendevamo e che la buca diventava sempre più un posto per due (per altri non c’era spazio!), sono saltati fuori una grande quantità di frammenti di ceramica, una cosa rara per lo scavo di Vignale, perché le numerose arature hanno portato in superficie e disperso sistematicamente questa tipologia di reperti così importanti per gli archeologi.
Mettendo in luce con la punta della trowel i diversi strati, siamo riuscite a leggere abbastanza nitidamente le molte e diverse fasi della villa sulle pareti della buca: la prima cosa che abbiamo visto è stato uno strato di cocciopesto (un insieme di malta e ceramica triturata), materiale di cui è costituito il pavimento; subito dopo abbiamo trovato uno strato di terra gialla, su cui esso è poggiato, poi un altro strato di cocciopesto, che indica una fase più antica, e infine uno strato composto da piccoli ciottolini. Siamo rimaste veramente sorprese quando ci siamo trovate davanti ad un agglomerato di cocci e mattoni tenuti insieme da terra situata sulla parete, un evento più unico che raro! Ciò ha destato molto interesse perché, vista la sua posizione, può essere un aiuto fondamentale per la datazione, che solitamente è molto difficile.
Ad un certo punto ci siamo imbattute in uno strato di terra molto rosso che ci ha fatto strabuzzare gli occhi… che cosa sarà mai? Di che cosa sarà traccia? Mettendolo insieme all’agglomerato di cocci, ai molti resti di combustione e agli altri frammenti di ceramica, ci hanno fatto ipotizzare l’esistenza, in quel luogo, di un forno… Però l’archeologia non è una scienza esatta, quindi per il momento questa rimane soltanto un’ipotesi!
Adesso non ci rimane altro che estrarre dal nostro agglomerato i cocci e vedere quali sorprese ci riservano!
Eleonora Andreini
Benedetta Volpini
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Complimenti per come descrivete bene il vostro lavoro e per le emozioni e sensazioni che riuscite a farci provare. Mi dovete però togliere una curiosità: cosa è la “trowel”, ne parlate come se fosse una cosa normale ma per me, non addentro all’archeologia è un utensile sconosciuto. Vi ringrazio per la risposta che mi comunicherete e buon proseguimento, anche se credo siate giunti alla fine anche per quest’anno. Forse inizierà per voi il lavoro più oscuro ed antipatico, l’esame dei reperti, ma senza dubbio più interessante per le datazioni. Salve.
Caro Oreste, avevamo avuto occasione di descrivere che cos’è la trowel in altri post, per cui in quelli di quest’anno l’abbiamo dato un po’ per scontato. La trowel comunque è lo strumento dell’archeologo per eccellenza, ne ha sempre una in tasca; è una cazzuola un po’ più corta che serve principalmente per muovere poca terra e mettere in evidenza gli strati. Trova una foto a questo link: https://en.wikipedia.org/wiki/Trowel#/media/File:TrowelPS.jpg