Quello che noi chiamiamo confidenzialmente Antioco – il suo nome completo è Marco Fulvio Antioco – è un personaggio centrale nella vicenda dell’insediamento romano di Vignale.
Il suo nome lo conosciamo perché compare in bella evidenza su molte delle tegole che erano prodotte nelle fornaci romane di Vignale, aiutandoci quindi a capire quale fosse una delle principali attività economiche del nostro insediamento.
Le tegole bollate M.FVLVI.ANT le troviamo in gran numero a Vignale (tra gli scarti nella zona della fornace o utilizzate nei tetti della stazione di posta), ma alcuni esemplari sono stati segnalati anche a Roma: segno che la produzione di Antioco arrivava fino alla capitale.
Il bollo ci racconta molte cose della vita di Antioco. Sappiamo che era stato uno schiavo, forse siriano (veniva da Antiochia?), e che a un certo punto della sua vita era riuscito ad emanciparsi dal suo padrone (Marco Fulvio). Era quindi diventato un liberto e aveva conservato il nome del suo ex padrone accanto al suo.
Questa circostanza ci aiuta anche ad assegnare una data probabile alla presenza di Antioco sul nostro sito: sulla base di un complicato ragionamento basato su altri bolli provenienti da altre fornaci di Marco Fulvio ubicate in Umbria, che ci consentono di ricostruire la storia di questo imprenditore, sembra molto probabile che i bolli con il nome di Antioco siano da datare intorno al 30 o 40 dopo Cristo.
Quello che però i bolli non ci dicono è quale fosse il vero proprietario delle fornaci che abbiamo ritrovato a Vignale: è infatti possibile che Antioco lavorasse ancora al servizio del suo ex padrone, questa volta però da uomo libero, gestendo gli affari della fornace per conto di Marco Fulvio; ma è altrettanto possibile che Antioco si fosse invece “messo in proprio”, diventando lui stesso un proprietario di fornaci per la produzione di tegole, anfore e ceramica comune.