E non ci credi, dai ancora un colpo di trowel, arraffi il primo pennello che ti capita a tiro e poi trattieni il respiro… e non puoi crederci ancora.
Esclamazione prima sommessa, poi coinvolgente (non proprio da trascrivere…).
Poi con l’aumentare della superficie, via scarpe e calze, le voci si spengono e lasciano spazio a un sano sbigottimento… sguardi silenziosi e interrogativi, rumori di spazzolini e pennelli, incredulità.
Passano i giorni e ogni volta noti un particolare, una sfumatura di colore, il dettaglio di un elemento; ti abitui a quel tappeto meraviglioso e ti sembra naturale camminarci sopra.
Poi all’improvviso ti viene da chiederti quali siano stati gli ultimi piedi nudi che lo hanno calpestato prima dei tuoi e vieni proiettato in un tempo lontano.
E’ solo un istante magico, un lampo di infinito che si fissa nel tuo cuore.
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