Le ricerche nel “campo del mosaico” di Vignale sono ricominciate dal 12 settembre. Le ragazze e i ragazzi di Uomini e Cose a Vignale sono tornati in cantiere per una nuova campagna e, dopo due settimane di lavoro, riprendono anche i diari di scavo.
Molti di voi avranno letto che per quest’anno il mosaico del “Signore del tempo” rimarrà sotto terra, coperto per motivi di conservazione legati alla sua fragilità. Ma tra noi archeologi l’interesse per il mosaico e per la stanza che lo contiene non si è certo spento; anzi, approfittiamo di questa campagna proprio per ampliare le ricerche intorno a quella che abbiamo ipotizzato essere una grande sala da banchetto.
Lo strumento conoscitivo che abbiamo impiegato è tanto semplice quanto efficace: si tratta di un “saggio”. Il saggio non è altro che un bel buco nella terra di pochi metri di larghezza e, in apparenza, potrebbe sembrare del tutto inutile. Tuttavia si tratta di un buco “controllato” e ragionato. Infatti durante la progettazione della campagna 2016 abbiamo deciso di effettuare alcuni saggi conoscitivi in punti strategici non ancora indagati ma potenzialmente legati alle varie strutture già scoperte. Così abbiamo deciso di aprirne uno proprio nelle vicinanze della sala del mosaico (lo vedete nella parte in alto della foto) con lo scopo di sapere che cosa c’era fuori dalla sala da banchetto e capire come è legato al resto della villa.
Dunque cosa ci si può aspettare da un saggio? Tutto e niente, perché quando si comincia a scavare non si ha mai la certezza di cosa possa venir fuori o cosa si possa incontrare scendendo tra gli strati di terra. Personalmente credo che in questo saggio siamo stati fortunati, perché già dal primo momento abbiamo capito che ci potesse essere qualcosa di interessante: la ruspa (con la quale abbiamo “sfogliato” lo strato più superficiale del campo) aveva incontrato un’inaspettata resistenza che ci ha fatto ben sperare. Se la ruspa fatica a scavare significa che la terra è compatta e che non è stata mai rivoltata dagli aratri. Appena saputa la notizia ci siamo armati di picconi, pale e trowel e ci siamo messi a scavare quella terra dura come il cemento. Dopo un paio di giorni di sudate ne è emersa una superficie solida (in gergo un battuto), realizzata con ciottoli e pietrisco di piccole dimensioni e rattoppata nel tempo anche con il cocciopesto. Un po’ come si fa oggi con le toppe d’asfalto sulle strade; in fondo anche il nostro potrebbe essere un viottolo.
Bisogna ammettere che siamo rimasti un po’ sorpresi da quanto è emerso dal terreno, perché ci aspettavamo di trovare tracce di un muro che fosse collegato con la sala del mosaico ma, come già detto prima, i saggi sanno regalare sorprese inaspettate. Per ora è stato documentato, pulito e messo a riposo in attesa di giorni piovosi che ammorbidiscano la terra e ci permettano di allargare l’area con più facilità. Al contrario di quello che si possa pensare la pioggia, alle volte, aiuta l’archeologo!
Jacopo Celani
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