Dalla “terra di mezzo”
(la stazione di scalo di Montepescali – dove stranamente non piove)
12 ottobre 2011
Indossata nuovamente la mia ormai consueta benda nera da piratessa (quella bianca da reparto “Oculistica” resta ad esclusivo appannaggio di Nina) mi appresto a compiere la terza incursione in questa (per me insolita) campagna di scavo a Vignale…
Per il primo anno da quel lontano (ma solo perché vedo intorno a me facce nuove e mi ricordo di quelle passate e del tempo trascorso) settembre 2006, i miei arrivi e le mie ripartenze sono completamente svincolati dalla consolidata routine da cantiere.
“Partecipare” ad uno scavo a distanza (contraddizione in termini?), assumersi talvolta il ruolo di “aiuto da casa”, ricevere sms e telefonate di aggiornamento del tipo “abbiamo trovato un altro bollo!”, “sono spuntati i morti”, “i punti non tornano!”, ma anche “abbiamo finito l’album!” (che se mai dovessero intercettarmi penserebbero a chissà quali loschi traffici, sorvoliamo…), vuol dire sforzarsi di restare al passo con il procedere di un lavoro che da un giorno all’altro fa cambiare faccia a quella terra così familiare, vuol dire recuperare ogni volta in un attimo i ritmi e la gestualità del mestiere, vuol dire ritrovare i colleghi e soprattutto gli amici con cui condividere deliri (stratigrafici e non), stanchezze, risate, vita (quest’anno, eccezionalmente, pure figurine)…
Vuol dire sentirsi chiedere “quando torni? quando torni? quando torni?” e rispondere sorridendo “presto!”…
complimenti, sono le emozioni di un archeologo!
Eh, già. Ogni tanto “scaviamo” pure in quelle… Grazie…
Non sono archeologa… ma vedervi in azione è davvero emozionante e io sono stata fotunata a potervi osservare per un po’… Lucrezia
Peccato che non sei potuta essere stamani alla visita per vedere i risultati alla fine di questa campagna… L’anno prossimo dovrai assolutamente tornare a trovarci e niente scuse!