Tra il Cinquecento ed il Seicento, quando si afferma la signoria degli Appiani sul castello ed il territorio di Piombino, il paesaggio medievale di questa porzione della Maremma cambia. I castelli vengono progressivamente abbandonati e si forma un esteso latifondo, caratterizzato dalla presenza prevalente di lagune e paludi, terreni incolti destinati al pascolo brado del bestiame e macchie fittissime.
A seguito di complesse vicende politiche, con la fine della dinastia degli Appiani nel primo ventennio del Seicento, il feudo piombinese entra dapprima in possesso della casa reale spagnola, per essere poi ceduto nel 1634 al principe di Venosa Niccolò Ludovisi.
Intorno alla metà del Settecento, l’immensa proprietà Ludovisi (poi Boncompagni-Ludovisi), che riuniva in sé tutti i territori dell’entroterra piombinese, dalla piana di Rimigliano fino al golfo di Follonica, viene infine suddivisa in due parti, cedute rispettivamente alle famiglie Desideri, che occupano la porzione nord, più sana e adatta allo sviluppo agricolo, e Franceschi, che acquisiscono invece la porzione meridionale, caratterizzata invece dalla presenza estensiva di stagni e lagune.